Letture d'Estate
Nando Citarella e i tamburi del vesuvio
“Verso la terra mia prima,verso sud migrai e trovai nudi e in miseria e fino ai fianchi nel mare, Castello e Città. Là dove il rosmarino fiorisce e dove l’acqua ancora scorre dalle sorgenti, frutti d’ombra cadono dai muri,luce di luna imbianca la casa, e cenere di crateri ormai freddi trasportano vento di mare nelle stanze”.
Queste parole rappresentano il nostro vissuto e il vivere ancora oggi in questa Terra Prima, la dove la processione si allontana e fa spazio al tempo e al mondo interiore, diamo spazio alle nostre preghiere, alle invocazioni, ai canti, alla musica, alla semplicità al battito del Tamburo”‘a Tammorra” da S. Rocco alla Mamma d’e Galline, da Materdomini all’Avvocata e fino a quella Cuba dove tra riti antichi e misteriosi canti si incontrano le nostre culture (Africa-Ispano-Napoletana). La, dove il fuoco sotto terra è Pietra Liquida tra pane chiaro e labbra scure, si alza il nostro canto e nella città cava Stamburano i Tamburi.
Noi siamo testimoni di questa tradizione cresciuti e andati via per vivere poi in essa dove la pietra liquida diventa il nostro fuoco. Questo progetto nasce dall’incontro tra musicisti studiosi delle tradizioni che ancora oggi praticano e ne vivono il continuo mutamento. Dal tocco vigoroso del suonatore di tamburi lontani e cantore di lingua madre che dalla Campania è approdato a Cuba per coniugare ed unire antichi riti e nuove contaminazioni.
Il mastro catanese che con l’ottava sottosopra strappa, accompagna e guida la ritmica e l’armonia. Il suono ora staccato, ora balzato dell’arco che stride sulle corde tra crini e pece del rosso suonatore della Capitale, il cantore a fronna della penisola sorrentina e suonator di mantice nonché ballatore. La voce dal timbro argentino della cantatrice ciociara unita alle gentili figure di donne danzatrici che con il loro gesto nitido,disegnano nell’aria come antiche muse questa nostra terra. Dal musico e teatrante che della Maschera ha cantato rappresentandone il grido ed il sospiro tra corde, pelli e passi che tra pizzico e battente appoggiano e sostengono ‘a voce che giù dalla penisola, risale fin sul Vulcano e oltre il Mare. Chest’è ‘a vita ‘a storia ‘a museca che noi vi proponiamo.