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Letture d'Estate

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Dal
23
giugno in poi

Eugenio Raspi, Tutto fumo

L’autore Eugenio Raspi incontra il pubblico di Letture d’Estate per parlare del suo ultimo libro Tutto fumo, Baldini+Castoldi. Con l’autore intervengono Corrado Melluso e Nicola Villa.

Eugenio Raspi vive a Narni, dove è nato nel 1967. Per ventidue anni ha lavorato come tecnico specializzato nella più grande fabbrica di Terni, la Acciai Speciali. Dal 2014, al termine del rapporto di lavoro, è in attesa di nuova occupazione: nel frattempo scrive storie. Inox, pubblicato nel 2017 da Baldini+Castoldi con eccellente risonanza di stampa, è stato finalista al Premio Calvino, come Libro dell’anno di Fahrenheit, al Premio John Fante, al Premio Biella Letteratura e Industria. Ha vinto il Premio Giuria Tecnica Massarosa e il Premio Fulgineamente.

Di cosa parla? 

Un ragazzo. Una piccola città. Una grande ciminiera.

«I minuti corrono. Farà tardi a scuola. La vista della fabbrica – un formicaio diventato inoperoso – gli salda i piedi al pavimento. Il cuore batte flebile, incessante, lento, amplificato da un silenzio che sa di trapasso: è insopportabile l’agonia che mortifica macchinari e impianti. L’unica che resta tale e quale è la ciminiera, svetta alta e ingombrante».

«Che ne sarà di queste due generazioni, la prima fiorita all’inizio degli anni Settanta e già avvizzita nel Duemila, quando la seconda ha emesso i primi vagiti. Sono tessere di un mosaico rimasto incompiuto, i dimenticati in corso d’opera, gli zero virgola che non contano un cazzo. I padri licenziati e i figli mai assunti.» Luca attende la maggiore età andando malvolentieri a scuola, è iscritto all’alberghiero perché vuole un futuro lontano dal padre operaio che sta perdendo la battaglia in difesa dell’occupazione. Meglio preparare cocktail acrobatici in località di vacanza che avvilirsi nel paese in cui è nato, che offre poco o nulla, sia a lui che alla sorella Elena, laureata in computer grafica. Le sue piroette non si limitano allo shaker, ama il parkour e si allena nei giardini pubblici insieme agli amici. È una pratica che gli dona felicità, seppure momentanea. Capriole e salti mortali sono le uniche gioie della sua giovinezza mentre il mondo dei genitori sta saltando in aria, colpa della fabbrica che si arresta. Rimane solo l’enorme ciminiera, simbolo di un’industria che è al declino. In questa lotta generazionale, tra il padre ancorato al passato e i figli proiettati verso il futuro, il presente rimane oscurato da una cortina fumogena che disorienta la crescita del protagonista, obbligato a diventare adulto senza l’aiuto degli adulti, troppo impegnati a occuparsi dei loro problemi per risolvere i suoi.

«Sai, tu sei tanto convinto delle tue idee», dice Luca al padre, «vorresti cambiare il mondo. Io, al contrario, mi accontenterei che il mondo non cambi me».